LA STORIA
Il Cyperus papyrus presente lungo le rive del Ciane ricostituisce la più estesa colonia d'Europa, dopo la scomparsa nelle altre zone della Sicilia in cui era presente, soprattutto a seguito delle opere di bonifica delle zone paludose e malariche.
La sua maggiore rinomanza si deve agli studiosi e ai viaggiatori stranieri che nella seconda metà del XVIII secolo lo descrivevano come una delle maggiori attrazioni notate nel loro soggiorno a Siracusa.
Molto si è scritto sulle origini di questa pianta, se debba considerarsi indigena della nostra area o introdotta in una determinata epoca. Una tesi condivisa da molti è quella secondo la quale il Papiro fu introdotto dagli Arabi verso il X secolo a seguito della loro conquista di Siracusa e della Sicilia. Altri, a questo riguardo, fanno notare che in quel periodo la pianta non era presente in nessuna terra dominata dagli Arabi e che quando questi occuparono l'isola nell'800 dovettero già trovarvi la pianta, della quale in seguito perfezionarono la tecnica di lavorazione per l'ottenimento della carta.
San Gregorio Magno |
A sostegno di questa tesi si possono citare alcuni documenti e precisamente una lettera di San Gregorio Magno, il quale nel 599 scrive al Rettore della Chiesa romana in Sicilia una lettera relativa ad un possedimento nel quale dice che esiste una massa papiracea.
Altra testimonianza, risalente al 973, è quella di un commerciante arabo che, descrivendo il suo soggiorno a Palermo, parla di terreni paludosi che costeggiano corsi d'acqua sulle cui rive vegetava il papiro. Quest'ultima notizia verrà poi confermata nel 1550 dal Fazzello che, descrivendo le varie zone della città di Palermo, ci dice che la pianta vegetava lungo il fiume Papireto, il cui nome evidenzia la derivazione da quello della pianta.
Cesare Gaetani della Torre |
A Siracusa la presenza del papiro è segnalata da S.Boccone nel 1674 nella località Maddalena a Sud del porto grande di Siracusa
e dall'abate Di Blasi che in una lettera ringrazia il conte Cesare Gaetani per la splendida gita sul Ciane durante la quale ha potuto ammirare i Papiri.
Diversamente dalle altre colonie esistenti in Sicilia, il Papiro di Siracusa è sopravvissuto grazie al Governo Borbonico che, compresa la sua importanza, nel 1780 ne affidò la custodia a Saverio Landolina. Nel 1867 la pianta è riconosciuta bene monumentale dal Demanio Pubblico e con un decreto, convertito in legge dal Governo Italiano, se ne tutelò l'esistenza stabilendo severe sanzioni per coloro che l'avessero estirpata senza concessione. Inoltre veniva, molto saggiamente, garantito il controllo idraulico dell'Anapo e del Ciane.