PLINIO IL VECCHIO E IL PAPIRO

Il papiro cresce nelle paludi dell'Egitto o nelle acque lente del Nilo quando queste sono straripate e ristagnano, formando delle pozze che non superano un paio di cubiti di profondità. La radice giace obliqua ed ha all'incirca lo spessore di un braccio; la sezione del fusto è triangolare, esso si affusola graziosamente verso l'estremità superiore e la sua altezza non supera i dieci cubiti. Così Plinio il Vecchio nel I sec. a.C. inizia la sua descrizione della pianta nella sua Naturalis Historia, dedicata all'imperatore Tito.

Gaio Plinio Secondo
Gaio Plinio Secondo

Subito dopo ne indica l'uso affermando:

Dal papiro si possono fabbricare barche e dalla scorza più esterna si ricavano vele, stuoie e stoffe, così come coperte e funi. Gli indigeni lo masticano sia crudo che bollito, ma inghiottono solo il succo.

Molta parte del testo che segue riguarda il modo con cui ricavare la carta:

La carta è ricavata dal papiro, che viene sfogliato mediante un ago in modo da ottenere delle strisce molto sottili, tagliate in modo da ottenerle più larghe possibili.


frontespizio della Naturalis Historiae

Quella di prima qualità è presa dalla parte centrale della pianta e anticamente veniva chiamata hieratica in quanto utilizzata per i libri sacri. Successivamente, in onore dell'imperatore, ricevette il nome di Augusta, mentre la carta di seconda qualità fu chiamata Liviana, dal nome di sua moglie Livia. Per questo il nome hieratica passò ad indicare la carta di terza qualità.

Plinio Secondo descrive poi dettagliatamente il procedimento di fabbricazione:

Tutti questi tipi di carta sono fabbricati su una tavola inumidita con l'acqua del Nilo, un liquido che quando si trova nello stato melmoso possiede le qualità di colla. La tavola è inclinata e le strisce tagliate dal papiro vengono distese su di essa per il lato lungo e pareggiate in modo da renderle tutte lunghe uguali. Un secondo strato di strisce disposto in senso orizzontale vi viene quindi disposto sopra. Le strisce vengono poi pressate assieme e quindi seccate al sole. Dopo che si sono unite l'una all'altra i fogli migliori sono sempre i primi, quelli di qualità inferiore vengono aggiunti dopo.


Papiro
Papiro
foto di Saverio Sciandrello

Il testo prosegue specificando la larghezza dei fogli e i vari accorgimenti per avere un prodotto sempre migliore:

Vi è una grande differenza nella larghezza dei vari fogli di carta. Quella della migliore qualità è larga tredici dita, mentre la hieratica è lunga due dita in meno. Claudio Cesare realizzò un cambiamento in quella che fino ad allora era considerata la carta di prima qualità; la carta augusta, infatti, era così fine da non offrire resistenza alla pressione del calamo (penna) e permetteva alla scrittura di passare da parte a parte causando continuamente preoccupazione per la possibilità di macchiarsi o che la scrittura fosse poco leggibile a causa di quella presente nell'altro lato del foglio. La grande trasparenza della carta inoltre era poco gradevole alla vista. Per evitare tale inconveniente fu fatta una base con strisce di seconda qualità sopra la quale veniva distesa una trama di strisce di prima qualità… Come conseguenza dei vantaggi sopra citati, la Claudiana è diventata la carta preferita su tutti gli altri tipi.