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LE PIANTE OFFICINALI: Crataegus monogyna Jacq.

Famiglia: Rosaceae

Volgare: Biancospino

Siciliano: Spina sarvàggia

Italiano: Azaruolo selvatico

Francese: Aubépine épineuse

Tedesco: Weissdorn

Inglese: Hawthorn

Spagnolo: Spin bianco


Proprietà officinali: Antidiarroiche, Ipotensive, Sedative, Vasodilatatrici

Descrizione: Portamento E' una pianta che si presenta normalmente come un arbusto ma talvolta raggiunge le dimensioni di un albero; è molto ramificata, con rametti spinosi. Foglie Le foglie, con pubescenza variabile, hanno contorno ovale, alla base si restringono gradatamente in forma di cuneo e terminano in un picciolo corto; sono più o meno incise in tre-cinque lobi con il margine normalmente intero. Fiori I fiori, raggruppati in corimbi all' apice di rametti corti, sono bianchi con le antere rosse e hanno i peduncoli spesso coperti di peluria lanosa. Frutti I frutti, che sono in realtà dei falsi frutti, sono di forma ovale e di colore rosso-bruno; contengono nella loro polpa il vero frutto in forma di uno o raramente due noccioli. Dove si trova E' largamente diffuso in tutta Italia fino alla zona montana; si trova un pò dovunque nei luoghi incolti, nelle siepi, nei boschi e nelle macchie. La droga I corimbi, i frutti e la corteccia dei rami. Quando si raccoglie I corimbi si raccolgono in marzo-aprile, quando i fiori sono ancora in boccio o cominciano appena a sbocciare, recidendoli con le foglie che li circondano e un tratto del rametto su cui sono inseriti. I frutti si raccolgono in settembre-ottobre, appena prima della completa maturazione. La corteccia si raccoglie dopo la caduta delle foglie in novembre, o in febbraio-marzo prima che la pianta rientri in vegetazione. Come si conserva I corimbi si essiccano all'ombra evitando che i fiori divengano scuri; i frutti si trasformano in marmellate oppure si essiccano al sole o in stufa a bassa temperatura; la corteccia dei rami si secca al sole. Corimbi e corteccia si conservano in sacchetti di carta o tela, i frutti in vasi di vetro.

Principi attivi: Principi attivi: crategina, acido clorogenico, sapogenine, flavonoidi. Le preparazioni ottenute dalle sommità fiorite del Biancospino hanno azione vasodilatatrice generale e ipotensiva; regolano il ritmo e la forza di contrazione del muscolo cardiaco, esercitano una buona azione sedativa sugli ipertesi e sugli arteriosclerotici. La droga è innocua, tuttavia, poiché la sua azione si rivolge particolarmente a disturbi dell'apparato circolatorio, va usata con l'approvazione del medico. I frutti hanno proprietà antidiarroiche e astringenti. Uso interno: i fiori. Per insonnia, ipertensione, palpitazioni. Infuso - 1 g in 100 ml di acqua. Una-due tazzine al giorno, specie prima di coricarsi. Tintura - 20 g in 100 ml di alcool di 60° (a macero per 5 giorni). Venti-quaranta gocce tre volte al giorno (le dosi più alte sono per l'azione sedativa). Uso interno: i frutti. Per la diarrea e la ritenzione urinaria. Decotto - 2 g in 100 ml di acqua. Due tazzine al giorno. Uso sterno: i frutti, i fiori, la corteccia dei rami. Il decotto dei frutti e della corteccia o l' infuso dei fiori sono utili antinfiammatori delle mucose della bocca e delle gengive; si utilizzano mediante sciacqui e gargarismi. Uso cosmetico Recenti ricerche hanno dimostrato un'azione astringente e rinormalizzante cutanea dei fiori e delle foglie di Biancospino sulle pelli grasse.