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LE PIANTE OFFICINALI: Armoracia rusticana P. Gaertner

Famiglia: Cruciferae

Volgare: Cren

Siciliano: Ràfanu di Spagna

Italiano: Rafano rusticano, Armoracia, Barbaforte

Francese: Raifort

Tedesco: Meerrettig, Kren

Inglese: Horseradish

Spagnolo: Rabano rusticano


Proprietà officinali: Antireumatiche, Digestive, Risolventi, Rubefacenti

Descrizione: Portamento E' una pianta erbacea vivace, glabra, con una grossa radice carnosa a fittone; il fusto, alto fino a 80-100 cm, è semplice in basso e ramificato solo in alto. Foglie Le foglie basali sono lunghe fino a 80 cm, di cui 30 cm sono rappresentati dal picciolo; il lembo è ovale-oblungo con il margine semplicemente dentato o crenato oppure profondamente inciso in lobi oblunghi. Le foglie del fusto variano da quelle inferiori, che sono pennatifide con i lobi lineari, a quelle superiori che sono intere o appena dentate e di forma ellittica- o lanceolato-lineare. Fiori L'infiorescenza è una pannocchia formata da corimbi che durante la fruttificazione si allungano tanto da formare dei racemi. I fiori hanno quattro sepali verdastri di forma lanceolata, acuti, e quattro petali bianchi e obovali con l'apice arrotondato e gradatamente ristretto-cuneati alla base. Frutti Il frutto è una siliquetta di 5 mm di diametro che a maturità si apre nelle due logge che contengono ciascuna otto-dieci semi ovali appiattiti. Dove si trova E' probabilmente originario dell'Europa orientale e dell'Asia; era già coltivato nel XII secolo e ancor oggi è oggetto di coltivazione sia per gli usi culinari che medicinali. Qua e là si è naturalizzato nella zona padana e prealpina. La droga La radice. Quando si raccoglie La radice si raccoglie da piante di almeno un anno in agosto-ottobre, quando la pianta entra in riposo; si eliminano le radichette laterali, si lava e si taglia in pezzi di 5 cm che si spezzano in due per il lungo. Come si conserva La radice si essicca al sole rimuovendola spesso e si conserva in recipienti di vetro. Nei limiti del possibile, è preferibile usare la radice fresca.

Principi attivi: Principi attivi: glucosidi solforati (sinigrina e mirosina). Il Cren ha una solida tradizione alimentare come componente aromatica piccante nelle salse e nelle insalate. Già gli antichi associavano all'uso culinario quello medicamentoso e riconoscevano al Cren la proprietà di stimolare la digestione. Il suo uso interno sia alimentare che erboristico va fatto con molta moderazione poiché ad alte dosi esso può dare disturbi di stomaco e di intestino che annullerebbero i benefici derivanti da un uso appropriato. Per uso esterno il Cren ha la proprietà di stimolare l'afflusso di sangue nelle zone trattate e si rivela perciò utile nei dolori reumatici, nella sciatica, nelle contusioni. Il Cren può essere usato in alternativa alla Senape. Anche per uso esterno si raccomanda cautela e moderazione poiché può causare, su pelli sensibili, delle irritazioni. Uso interno: la radice fresca. Per stimolare la digestione e la diuresi. Decotto - 1 g in 100 ml di acqua. Un cucchiaino o un cucchiaio dopo i pasti. Tintura - 20 g in 100 ml di alcool di 70° (a macero per 5 giorni). A gocce su zucchero o in acqua. Tintura vinosa - 3 g in 100 ml di vino (a macero per 5 giorni). Un cucchiaio dopo i pasti. Uso esterno: la radice fresca. Per reumatismi, sciatica, contusioni. Polpa - Applicare interponendo una garza sulle parti interessate per 15 minuti. Tintura - Diluire almeno due volte con acqua. Fare frizioni sulla parte interessata. Avvertenza importante - Verificare sempre la sensibilità individuale sia per le preparazioni che devono essere ingerite che per quelle che vanno applicate sulla pelle.