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LE PIANTE OFFICINALI: Petasites hibridus (L.) Gaertn.

Famiglia: Compositae

Volgare: Farfaraccio

Siciliano: Petrasìta

Italiano: Cavolaccio

Francese: Pétasite officinal

Tedesco: Gemeine Pestwurz

Inglese: Butterbur

Spagnolo: Sombrerera


Proprietà officinali: Antiasmatiche, Diaforetiche, Diuretiche, Sedative, Tossifughe

Descrizione: Portamento E' una pianta erbacea vivace con un grosso rizoma carnoso da cui in primavera si sviluppa il fusto fiorifero, alto fino a 50 cm e senza foglie; queste appaiono al termine della fioritura. Foglie Le foglie, molto grandi, sono triangolari-reniformi (raggiungono dimensioni notevoli: 80 x 40 cm), hanno un lungo picciolo soffuso di porpora e il margine irregolarmente dentato; la superficie superiore è glabra, mentre quella inferiore è biancastra per la presenza di un tomento simile a ragnatela. Fiori L'infiorescenza è un racemo allungato con brattee di color porpora; i fiori, rossicci, sono riuniti in capolini racchiusi da una serie di squame lanceolate; la corolla è tubulare e divisa, alla fauce, in sottili filamenti. Frutti Il frutto è un achenio cilindrico percorso da costole longitudinali e provvisto di un pappo di setole sottili. Dove si trova Cresce nella zona montana e submontana (raramente scende più in basso) nelle Alpi e negli Appennini fino in Calabria, manca nelle isole; preferisce i luoghi molto umidi, si trova lungo i ruscelli e i fossi. La droga Il rizoma, i capolini e le foglie. Quando si raccoglie Il rizoma si raccoglie prima della fioritura in febbraio-marzo o in autunno; si lava per eliminare la terra e si divide in pezzi lunghi 5 cm. I capolini si raccolgono, uno per uno, durante la fioritura in marzo-aprile; le foglie si recidono in maggio-giugno, quando sono ben sviluppate, senza il picciolo. Come si conserva Il rizoma si essicca all'ombra o in stufa a bassa temperatura; foglie e fiori si seccano in strati sottili in luogo aerato e al riparo dal sole. Tutte le parti si conservano in recipienti di vetro o di porcellana.

Principi attivi: Principi attivi: petasina, tannini, mucillagini, zuccheri. Il Farfaraccio è stato lungamente usato nella tradizione popolare come pianta tossifuga. Ricercatori moderni hanno trovato che il Farfaraccio ha un'azione sedativa generale utile per l'eccitazione nervosa e l'insonnia, gli stati ansiosi, le turbe nervose del climaterio. Il Farfaraccio è utile in particolare agli ipertesi e agli arteriosclerotici, di cui regola la pressione e lo stato di eccitazione psichica, e agli asmatici, cui allevia lo stato di ansia. L'azione del Farfaraccio è collegata alla presenza di un principio attivo, la petasina, e a sostanze ad essa simili; la loro azione, abbastanza regolare e sicura, non è però immediata. I rizomi sono leggermente più attivi delle foglie. Per uso esterno il Farfaraccio ha proprietà vulnerarie. Uso interno: il rizoma (o le foglie). Per l'eccitazione nervosa, i disturbi dovuti a ipertensione e arteriosclerosi, la tosse. Decotto - 4 g in 100 ml di acqua. Due-tre tazzine al giorno. Tintura - 20 g in 100 ml di alcool a 70° (a macero per 10 giorni). Tre-quattro cucchiai al giorno. Uso interno: i fiori. Per la tosse. Infuso - 2 g in 100 ml di acqua. Due-tre tazzine al giorno. Uso esterno: le foglie (o i fori). Per le infiammazioni della pelle e delle mucose della bocca. Infuso - 5 g in 100 ml di acqua. Fare sciacqui, gargarismi, applicare compresse.