Famiglia: Labiatae
Volgare: Santoreggia
Siciliano: Santarèdda, Ssopu
Italiano: Savoreggia, Timo dritto, Erba acciuga
Francese: Sarriette
Tedesco: Bohnenkraut
Inglese: Savory
Spagnolo: Ajedrea
Proprietà officinali: Antispasmodiche, Aromatizzanti, Digestive, Purificanti, Stimolanti
Descrizione: Portamento E' una pianta erbacea annuale che emana, quando è stropicciata, un forte odore aromatico; il fusto, alto 20-30 cm, è ampiamente ramificato tanto da formare un piccolo cespuglio con numerosi rami, è abbondantemente pubescente e di colore spesso rossastro. Foglie Le foglie, opposte a due a due, sono intere, lanceolato-lineari e alla base si restringono gradualmente in un picciolo molto corto; sono rivestite, specie nella pagina inferiore, da una tomentosità fitta e ispida; tra i peli sono presenti delle ghiandole che danno alla superficie un aspetto punteggiato. Fiori I fiori sono riuniti in gruppi di due-sei portati da peduncoli corti inseriti all'ascella delle foglie superiori; il calice è di forma campanulata, termina in cinque denti più o meno uguali; la corolla, di colore bianco o bianco-rosato, sporge appena dal calice e si divide all'apice in due labbra: quello superiore è intero o appena inciso, l'inferiore è trilobato con il lobo mediano più grande dei laterali. Frutti Il frutto è formato da quattro acheni ovali-arrotondati, inseriti al fondo del calice, con la superficie punteggiata da minuscole granulosità. Dove si trova Cresce nell'Italia settentrionale e centrale fino alla zona submontana; si trova nei campi e nei luoghi aridi, è spesso coltivata e qua e là inselvatichita. La droga La porzione aerea della pianta. Quando si raccoglie La pianta si raccoglie in estate, durante la fioritura recidendola a pochi centimetri da terra; si eliminano le foglie secche o avariate e le eventuali porzioni basali di stelo indurite o lignificate. Come si conserva Le piante, disposte in strati sottili o riunite in mazzi, si essiccano all'ombra in luogo aerato; si conservano in recipienti di vetro o porcellana.
Principi attivi: Principi attivi: olio essenziale (contenente oltre il 30 % di carvacrolo), sostanze tanniche e oligoelementi minerali. La Santoreggia è molto usata, per il grato aroma, in gastronomia, liquoreria e profumeria. Nell'uso medicamentoso essa ha virtù digestive toniche e carminative. La medicina popolare le attribuisce anche proprietà vermifughe, antidiarroiche, antiemetiche, espettoranti e stimolanti della sfera intellettuale e sessuale. Conviene tuttavia limitare l'uso medicamentoso della Santoreggia a quello stomachico e antispasmodico poiché le piante di questa famiglia possono provocare, a dosi eccessive, effetti secondari indesiderati. Per uso esterno la pianta viene usata come cicatrizzante, blando antisettico e stimolante utile nella pratica domestica per favorire la regressione di piccole ulcere della bocca e della gola e per purificare la pelle. Uso interno: la porzione aerea della pianta. Per aiutare la digestione. Infuso - 2 g in 100 ml di acqua. Una-due tazzine all'occorrenza. Tintura - 20 g in 100 ml di alcool di 60° (a macero per 8 giorni). A gocce, fino a mezzo cucchiaino, all'occorrenza. Uso esterno: la porzione aerea della pianta. Per le mucose boccali ulcerate, per il mal di gola. Infuso - 4 g in 100 ml di acqua. Fare sciacqui e gargarismi. Uso cosmetico Bagni o pediluvi con una manciata di Santoreggia sono stimolanti, tolgono la stanchezza purificano e deodorano. L'infuso o la tintura diluita. Frizioni sul cuoio capelluto migliorano le condizioni del pilifero.