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LE PIANTE OFFICINALI: Ortosiphon stamineus Benth.

Famiglia: Labiatae

Volgare: Ortosifon

Siciliano: Tè indianu

Italiano:

Francese: Barbiflore

Tedesco: Kumis kutjing

Inglese: East Indian Kidney Tea

Spagnolo:


Proprietà officinali: Colagoghe, Depurative, Diuretiche, Ipocolesterolemizzanti

Descrizione: Portamento E' un arbusto esile alto da 30 centimetri a un metro; la porzione inferiore è lignificata, mentre quella superiore è erbacea; i fusti sono eretti e hanno sezione quadrangolare. Foglie Le foglie, inserite a coppie distanti sui rami, hanno un picciolo corto di colore spesso violaceo, sono di forma ovale con l'apice acuminato, alla base si restringono a cuneo e passano gradatamente nel picciolo; il margine è inciso da numerosi denti; la superficie è più o meno pelosa, quella inferiore sempre più di quella superiore; le nervature sono prominenti e spesso colorate di rosso-violaceo. Fiori I fiori sono riuniti in un'infiorescenza all'apice dei rami formata da pseudoverticilli che hanno quattro-sei fiori ciascuno; il calice, tubulare, si divide all'apice in cinque denti, dei quali i due inferiori sono più lunghi degli altri tre; la corolla, bianca o porporina, è anch'essa tubulare ed è divisa alla fauce in due labbra: quello superiore è tre- o quattro-lobato, l'inferiore è intero; gli stami hanno i filamenti molto lunghi e sporgono molto dalla corolla. Frutti Il frutto è dato da quattro acheni racchiusi nel fondo del calice; questi sono oblunghi e hanno la superficie rugosa. Dove cresce Questa pianta cresce spontanea in India, nell'arcipelago malese, nelle Filippine e in Australia; qua e là è coltivata per i fiori ornamentali. La droga Le foglie. Descrizione della droga Le foglie sono ovali con l'apice e la base acuminati, hanno il margine dentellato e sono più o meno pelose; il colore è bruno-verdastro.

Principi attivi: Principi attivi: il glucoside ortosifonina, saponine, tannini, acidi organici, olio essenziale. L'uso salutare dell' Ortosifon è molto diffuso fra le popolazioni delle Indie orientali che lo impiegano in bevande non solo aromatiche ma soprattutto eminentemente diuretiche. Gli olandesi, che tra i primi colonizzarono quelle regioni, lo importarono in Europa dove se ne diffuse l'uso con il nome di tè di Giava; le sue proprietà sono state scientificamente provate solo da pochi decenni. La composizione chimica della droga è sufficientemente nota, tuttavia non si è ancora potuto stabilire quali, fra i principi attivi, sono responsabili delle diverse proprietà fra cui emerge, come già detto, quella diuretica. E' comunque provato che l' Ortosifon è perfettamente innocuo e ben tollerato alle normali dosi di impiego. Esso stimola la funzione renale e determina non solo l'eliminazione di una maggiore quantità di acqua ma anche di cloruri, urea e altre scorie metaboliche. Esplica tra l'altro una lieve azione stimolante della secrezione biliare e favorisce inoltre la riduzione del tasso di colesterolo nel sangue. Con l'approvazione del medico l'Ortosifon può essere favorevolmente impiegato in tisane utili nel caso di disturbi dell'apparato genito-urinario quali nefriti, cistiti, uretriti, di quello circolatorio quali edemi e ipertensione, del fegato e del ricambio quali artrite, reumatismo, gotta, nonché per le dermatosi che conseguono a intossicazione. Per avere un effetto diuretico più evidente conviene ingerire infusi molto diluiti in quantità relativamente grandi. Uso interno: le foglie. Per stimolare le funzioni renali. Polvere - 2-3 g al giorno suddivisi in piccole dosi da prendere in più riprese. Infuso - 0,5 g in 100 ml di acqua. Da una a cinque tazze (fino a mezzo litro) nell'arco della giornata.