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LE PIANTE OFFICINALI: Tamarindus indica L.

Famiglia: Leguminosae

Volgare: Tamarindo

Siciliano: Tamarìndu

Italiano:

Francese: Tamarinier

Tedesco: Tamarindebaum

Inglese: Tamarind-tree

Spagnolo: Tamarindo


Proprietà officinali: Aromatizzanti, Dissetanti, Lassative, Regolatrici intestinali

Descrizione: Portamento E' un albero alto fino a 15-20 metri con una chioma rotondeggiante molto densa; il fusto, corto, è spesso ramificato fin quasi dalla base con numerosi rami eretti; la corteccia, spessa e grigiastra, è molto fessurata e si solleva in scaglie. Foglie Le foglie, alterne, sono paripennate con 10-18 paia di foglioline portate da un picciolo pelosetto; le foglioline sono strettamente oblunghe, l'apice è arrotondato ma talvolta termina con una piccola punta, la base è arrotondata e asimmetrica, il margine è intero; sono normalmente glabre, eccetto un ciuffo di peli giallastri alla base e qualche pelo lungo la nervatura centrale e lungo il margine. Fiori I fiori, riuniti in racemi terminali o talvolta in pannocchia, hanno un peduncolo pubescente; i quattro sepali sono ellittici, giallastri e glabri, salvo la base che è vellutata; i cinque petali sono di colore giallo-arancio venati di bruno: i tre superiori sono più larghi e più grandi dei due inferiori; gli stami sono tre e hanno i filamenti saldati insieme per metà della loro lunghezza. Frutti Il frutto è un legume indeiscente, che cioè non si apre, arcuato e ristretto fra i semi; la porzione interna è fibroso-polposa e contiene parecchi semi rotondi di colore bruno lucente. Dove cresce Il Tamarindo sembra originario del Madagascar; è ora diffuso in tutte le regioni tropicali dove viene coltivato per la produzione dei frutti. La droga La polpa del frutto. Come si prepara I frutti maturi vengono privati dello strato esterno duro e legnoso, lasciando quindi la polpa. Descrizione della droga Si presenta come una pasta nerastra con mescolati dei filamenti e i semi avvolti in una membrana.

Principi attivi: Principi attivi: acidi organici, zucchero invertito, pectine. La polpa del Tamarindo, nerastra e costellata di fibre e parti legnose, non suggerisce certo le buone proprietà aromatiche; essa è stata tuttavia un utile alimento di emergenza per i carovanieri del deserto e oggi fornisce bevande gradevolmente acidule dalle proprietà dissetanti e rinfrescanti. La polpa ha un elevato contenuto di acido tartarico e di pectine che stimolano il funzionamento dell'intestino; a basse dosi essa esercita una funzione rinfrescante e regolatrice intestinale, mentre a dosi più elevate è decisamente lassativa. La polpa e gli sciroppi di Tamarindo si prestano a deleterie sofisticazioni per cui conviene acquistarli sempre in farmacia o rivolgersi a rivenditori e a marche di assoluta fiducia. La tradizione popolare e l'esperienza farmaceutica usano associare, a scopo lassativo, il Tamarindo alla Senna per rendere più gradevoli i preparati di quest'ultima e ottenere una azione più dolce. L'industria farmaceutica usa il Tamarindo per correggere preparazioni di sapore sgradevole. I popoli orientali usano la polpa del Tamarindo per salse e raffinate preparazioni gastronomiche. Uso interno: la polpa del frutto. Come rinfrescante intestinale e lassativo. Polpa: stemperare la polpa grezza in pari peso di acqua bollente, passare per setaccio fine non metallico, raccogliere il passato e concentrarlo a bagnomaria fino a consistenza di pasta. Si usa per ottenere sciroppi per bevande dissetanti e a scopo lassativo alla dose di 20-40 g al giorno. Sciroppo: sciogliere 500 g di zucchero, 100 g di polpa di Tamarindo e 20 g di acido citrico in circa 300 ml di acqua bollente. Far bollire per 10 minuti, lasciare raffreddare e filtrare. Diluire a piacere in acqua al momento dell'uso.