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LE PIANTE OFFICINALI: Aconitum napellus L.

Famiglia: Ranunculaceae

Volgare: Aconito

Siciliano: Acònitu

Italiano: Napello

Francese: Aconit Napel, Casque de Jupiter, Char de Vénus, Napel bleu, Capuchon de moine, Casque bleu

Tedesco: Echter Sturmhut, Venus-wagen, Blauer Eisenhut

Inglese: Aconite Monks-hood, Walf's-bane

Spagnolo: Anapelo azul, Matalobos de flor azul, Acónito


Proprietà officinali:

Descrizione: Portamento E' una pianta erbacea vivace con una radice carnosa arrotondata verso l'alto e ristretta a cono in basso; al momento della fioritura, vicino a questa radice se ne forma un'altra che prenderà il posto della prima esaurita. Il fusto, eretto, è quasi sempre semplice e alto fino a un metro. Foglie Le foglie, alterne, hanno un lungo picciolo; il lembo è diviso in cinque lobi a loro volta profondamente incisi in segmenti sottili e lunghi; la superficie è glabra, le nervature sono molto evidenti nella pagina inferiore. Fiori I fiori, di colore azzurro, viola o talvolta bianco, sono riuniti in un lungo racemo; il calice ha cinque sepali colorati molto diversi, uno dei quali è foggiato a elmo; i petali sono otto: due formano dei cornetti che contengono del nettare, gli altri sei sono ridotti a linguette; Frutti Il frutto è formato da alcuni follicoli contenenti i semi di colore nero. Dove si trova L'Aconito cresce nei boschi, nei pascoli e nei prati delle Alpi. La parte velenosa Tutta la pianta.

Principi attivi: PIANTA VELENOSA Non si deve pensare, come sembra invitare il ritorno ai prodotti naturali in auge in questo momento, che tutte le piante siano benefiche e salutari. Anche se molte di esse sono ricche in principi attivi utili, è la quantità di questi ultimi che determina la soglia tra pianta medicinale e pianta velenosa. Praticamente tutte le piante velenose, se usate da mani esperte, sono medicinali poiché il prodotto velenoso è tale in quanto agisce troppo violentemente su un organo o su una parte del corpo umano; la stessa sostanza, usata in quantità appropriata, stimola lo stesso organo e può avere perciò un'azione curativa. Un esempio abbastanza estremo è dato dal curaro sostanza estratta da una pianta e usata per avvelenare frecce dagli indigeni dell' Amazzonia: la puntura di una sola freccia può uccidere un animale di grosse dimensioni; lo stesso prodotto, depurato e dosato in soluzioni a bassissima concentrazione, è usato in chirurgia come anestetico. Ciò non deve però indurre a usare queste piante nella pratica casalinga, poiché solo un'accurata analisi del contenuto e, molto spesso, opportune depurazioni permettono di usare il prodotto. Al contrario, bisogna cercare di conoscerle molto bene per evitare di confonderle con quelle che vengono normalmente usate. E' inoltre indispensabile abituare i bambini a sapere quali sono le piante velenose, poiché sono proprio loro che spesso rischiano degli avvelenamenti mortali per aver mangiato delle bacche che il bel colore aveva fatto credere innocue e commestibili. Le piante che in questo programma vengono trattate non sono certamente tutte le piante velenose: per esaurire l'argomento sarebbero necessari dei volumi. Si è cercato di presentare le più comuni e quelle più tossiche. Per quanto riguarda ancora i bambini, è bene abituarli a non mangiare che i frutti ben conosciuti e sicuramente commestibili e a diffidare di quelli sconosciuti. Si deve inoltre diffidare anche di alcune piante d'appartamento che possono essere pericolose per chi non conosce le loro proprietà. Per fare alcuni esempi, si può citare la Dieffembachia, il cui succo è un potente caustico e, se ingerito, provoca la paralisi dei muscoli della bocca e della faringe; la Poinsettia, detta anche Stella di Natale per le infiorescenze coronate delle foglie rosse, possiede un lattice che provoca irritazione alla pelle e agli occhi e, se ingerito, causa gravi danni alle mucose gastriche. Notevole attenzione va prestata nella raccolta delle piante della famiglia delle Ombrellifere: queste sono molto somiglianti le une alle altre. Fra di loro vi sono piante utili, come il Prezzemolo, il Sedano, il Coriandolo, l'Anice, l'Angelica e molte altre, mentre ve ne sono alcune molto tossiche come la Cicuta maggiore, la Cicuta acquatica, la Ferula, l'Erba aglina, il Cerfoglio e altre. La raccolta di queste ultime piante va quindi fatta soltanto quando si è perfettamente sicuri della loro determinazione.