Vai all'elenco dei nomi latini - Vai alla scheda: prima - precedente - seguente - ultima

LE PIANTE OFFICINALI: Convallaria majalis L.

Famiglia: Liliaceae

Volgare: Mughetto

Siciliano: Ggìgghiu muscàtu

Italiano: Giglio di maggio

Francese: Muguet

Tedesco: Maiblume

Inglese: Lily of the valley

Spagnolo:


Proprietà officinali:

Descrizione: Portamento E' una pianta erbacea perenne con un rizoma lungamente strisciante nel terreno; ai nodi ha delle gemme che originano la parte aerea; la pianta è formata da due foglie e dal fusto fiorale alto 15-20 centimetri. Foglie Le due foglie partono dalla base della pianta, hanno un lungo picciolo, sono di forma ovale-lanceolata, l'apice è acuto, la base si restringe molto gradualmente a cuneo e passa senza interruzione nel picciolo che perciò è lievemente alato; la superficie è glabra e presenta numerose nervature parallele. Fiori I fiori sono riuniti in un racemo unilaterale poiché sono rivolti tutti dallo stesso lato e hanno un corto peduncolo arcuato verso il basso; il perianzio, in questo caso detto perigonio, è a forma di campana con sei piccoli lobi ripiegati indietro. Frutti Il frutto è una bacca tondeggiante di colore rosso vivo contenente alcuni semi. Dove si trova Cresce spontaneo dalla zona submontana a quella subalpina, preferisce i luoghi ombrosi e freschi; è anche coltivato per i suoi fiori profumati. La parte velenosa Tutta la pianta.

Principi attivi: PIANTA VELENOSA Non si deve pensare, come sembra invitare il ritorno ai prodotti naturali in auge in questo momento, che tutte le piante siano benefiche e salutari. Anche se molte di esse sono ricche in principi attivi utili, è la quantità di questi ultimi che determina la soglia tra pianta medicinale e pianta velenosa. Praticamente tutte le piante velenose, se usate da mani esperte, sono medicinali poiché il prodotto velenoso è tale in quanto agisce troppo violentemente su un organo o su una parte del corpo umano; la stessa sostanza, usata in quantità appropriata, stimola lo stesso organo e può avere perciò un'azione curativa. Un esempio abbastanza estremo è dato dal curaro sostanza estratta da una pianta e usata per avvelenare frecce dagli indigeni dell' Amazzonia: la puntura di una sola freccia può uccidere un animale di grosse dimensioni; lo stesso prodotto, depurato e dosato in soluzioni a bassissima concentrazione, è usato in chirurgia come anestetico. Ciò non deve però indurre a usare queste piante nella pratica casalinga, poiché solo un'accurata analisi del contenuto e, molto spesso, opportune depurazioni permettono di usare il prodotto. Al contrario, bisogna cercare di conoscerle molto bene per evitare di confonderle con quelle che vengono normalmente usate. E' inoltre indispensabile abituare i bambini a sapere quali sono le piante velenose, poiché sono proprio loro che spesso rischiano degli avvelenamenti mortali per aver mangiato delle bacche che il bel colore aveva fatto credere innocue e commestibili. Le piante che in questo programma vengono trattate non sono certamente tutte le piante velenose: per esaurire l'argomento sarebbero necessari dei volumi. Si è cercato di presentare le più comuni e quelle più tossiche. Per quanto riguarda ancora i bambini, è bene abituarli a non mangiare che i frutti ben conosciuti e sicuramente commestibili e a diffidare di quelli sconosciuti. Si deve inoltre diffidare anche di alcune piante d'appartamento che possono essere pericolose per chi non conosce le loro proprietà. Per fare alcuni esempi, si può citare la Dieffembachia, il cui succo è un potente caustico e, se ingerito, provoca la paralisi dei muscoli della bocca e della faringe; la Poinsettia, detta anche Stella di Natale per le infiorescenze coronate delle foglie rosse, possiede un lattice che provoca irritazione alla pelle e agli occhi e, se ingerito, causa gravi danni alle mucose gastriche. Notevole attenzione va prestata nella raccolta delle piante della famiglia delle Ombrellifere: queste sono molto somiglianti le une alle altre. Fra di loro vi sono piante utili, come il Prezzemolo, il Sedano, il Coriandolo, l'Anice, l'Angelica e molte altre, mentre ve ne sono alcune molto tossiche come la Cicuta maggiore, la Cicuta acquatica, la Ferula, l'Erba aglina, il Cerfoglio e altre. La raccolta di queste ultime piante va quindi fatta soltanto quando si è perfettamente sicuri della loro determinazione.