Famiglia: Euphorbiaceae
Volgare: Ricino
Siciliano: Carvàna, Carvànu, Caruàna, Erva di latti
Italiano: Mazze di S. Giuseppe
Francese: Ricin
Tedesco: Wunderbaum
Inglese: Castor
Spagnolo:
Proprietà officinali:
Descrizione: Portamento E' una pianta che nei paesi caldi si presenta sotto forma di un albero alto anche 10 metri; in Italia, dove è coltivata soprattutto come pianta ornamentale, si comporta come un arbusto o talora nelle zone più fredde come un'erbacea annuale. Il fusto, rossastro, raggiunge i due metri di altezza. Foglie Le foglie, alterne, hanno alla base una stipola amplessicaule, il picciolo è molto lungo, la lamina è palmato-lobata, cioè divisa in cinque, sette o nove lobi disuguali (quello centrale è più grande degli altri) lanceolati e con il margine dentellato. Fiori I fiori sono riuniti in racemi posti all'ascella delle foglie o all'apice del ramo; nella parte inferiore del racemo vi sono i fiori maschili formati da un calice di cinque sepali e da numerosi stami, al di sopra vi sono i fiori femminili con sepali lanceolati e l'ovario. Frutti Il frutto è una capsula a tre valve coperte da spine non rigide e contenente tre semi ovoidali-appiattiti con la superficie variamente macchiata da striature bruno-rossastre. Dove si trova Originario delle regioni tropicali, coltivato e inselvatichito nell'Italia meridionale. La parte velenosa Il seme.
Principi attivi: PIANTA VELENOSA Non si deve pensare, come sembra invitare il ritorno ai prodotti naturali in auge in questo momento, che tutte le piante siano benefiche e salutari. Anche se molte di esse sono ricche in principi attivi utili, è la quantità di questi ultimi che determina la soglia tra pianta medicinale e pianta velenosa. Praticamente tutte le piante velenose, se usate da mani esperte, sono medicinali poiché il prodotto velenoso è tale in quanto agisce troppo violentemente su un organo o su una parte del corpo umano; la stessa sostanza, usata in quantità appropriata, stimola lo stesso organo e può avere perciò un'azione curativa. Un esempio abbastanza estremo è dato dal curaro sostanza estratta da una pianta e usata per avvelenare frecce dagli indigeni dell' Amazzonia: la puntura di una sola freccia può uccidere un animale di grosse dimensioni; lo stesso prodotto, depurato e dosato in soluzioni a bassissima concentrazione, è usato in chirurgia come anestetico. Ciò non deve però indurre a usare queste piante nella pratica casalinga, poiché solo un'accurata analisi del contenuto e, molto spesso, opportune depurazioni permettono di usare il prodotto. Al contrario, bisogna cercare di conoscerle molto bene per evitare di confonderle con quelle che vengono normalmente usate. E' inoltre indispensabile abituare i bambini a sapere quali sono le piante velenose, poiché sono proprio loro che spesso rischiano degli avvelenamenti mortali per aver mangiato delle bacche che il bel colore aveva fatto credere innocue e commestibili. Le piante che in questo programma vengono trattate non sono certamente tutte le piante velenose: per esaurire l'argomento sarebbero necessari dei volumi. Si è cercato di presentare le più comuni e quelle più tossiche. Per quanto riguarda ancora i bambini, è bene abituarli a non mangiare che i frutti ben conosciuti e sicuramente commestibili e a diffidare di quelli sconosciuti. Si deve inoltre diffidare anche di alcune piante d'appartamento che possono essere pericolose per chi non conosce le loro proprietà. Per fare alcuni esempi, si può citare la Dieffembachia, il cui succo è un potente caustico e, se ingerito, provoca la paralisi dei muscoli della bocca e della faringe; la Poinsettia, detta anche Stella di Natale per le infiorescenze coronate delle foglie rosse, possiede un lattice che provoca irritazione alla pelle e agli occhi e, se ingerito, causa gravi danni alle mucose gastriche. Notevole attenzione va prestata nella raccolta delle piante della famiglia delle Ombrellifere: queste sono molto somiglianti le une alle altre. Fra di loro vi sono piante utili, come il Prezzemolo, il Sedano, il Coriandolo, l'Anice, l'Angelica e molte altre, mentre ve ne sono alcune molto tossiche come la Cicuta maggiore, la Cicuta acquatica, la Ferula, l'Erba aglina, il Cerfoglio e altre. La raccolta di queste ultime piante va quindi fatta soltanto quando si è perfettamente sicuri della loro determinazione.