Attività svolta nel 1970
(dal diario di esplorazione)
5 agosto
Partiamo dalla superficie con due speleologi d'aiuto e trasportiamo le nostre attrezzature fino alla galleria del campo sotterraneo. Sul posto troviamo Christian Germain e Jacques Noêl con i quali proseguiamo nella galleria S.C.U.C.L. fino alla biforcazione della galleria del S3. A questo punto depositiamo le attrezzature e risaliamo in superficie.
8 agosto
Scendiamo nuovamente nella cavità. Scopo dell'esplorazione è principalmente ritrovare il sifone"fantasma" di Lucienne Golenvaux. Il sifone fantasma, ci dice Jacques Noël, si trova in un punto imprecisato compreso fra il S4 e il S5; è stato superato nel 1963 da Lucienne Golenvaux (S.S.N.); dietro di esso pare che ci sia una importante galleria la cui esplorazione non è mai stata intrapresa. Dall'epoca della sua segnalazione non è mai piû stato ritrovato.
Alla ricerca del sifone osserviamo metro per metro le pareti della galleria del S3 e della Galérie des Arcades. Accertiamo così che non esistono sifoni in questo tratto di galleria. Anche il S3 non è innescato. Dopo dieci ore di permanenza nella grotta ci troviamo a valle del S5.
A questo punto rinunciamo a ritrovare il sifone fantasma (che merita bene il suo nome) e decidiamo di dedicare la nostra attenzione al S5', mai superato. I nostri collaboratori evitano il S5 attraverso il passaggio superiore e ci attendono con i sanotti a valle dello specchio d'acqua del S5'. Noi invece, dopo aver indossato gli autorespiratori, superiamo in immersione il S5. Giunti al S5', uno di noi si imbarca sul canotto pneumatico, l'altro segue a nuoto. Avanziamo per una ventina di metri fino al punto in cui la volta tocca l'acqua.
Alla luce delle torce subacquee appare un ampio sifone, con acqua molto limpida, largo 15 m e profondo 3m, che decidiamo di affrontare. Uno di noi si immerge, assicurato dal secondo; la sagola fila per 5m, 10m, 15m, finchè giunge il segnale "sifone superato". Assicurato il filo d'Arianna ai due lati del sifone, il secondo di noi a sua volta passa.
Citroviamo in una galleria larga 10 m e alta 2 m con pareti lisce e fondo ciottoloso. Depositiamo i respiratori a ossigeno, le maschere, le pinne, le zavorre e, calzati gli scarponi, iniziamo l'esplorazione della nuova galleria. Dopo cinquecento passi ci troviamo di fronte a quello che sembra essere un nuovo sifone. La galleria scende di livello, il pelo d'acqua si avvicina sempre più alla volta, noi cominciamo a rimpiangere di aver lasciato indietro le nostre apparecchiature. Ci rassicuriamo ben presto: non è necessario ripercorrere la galleria per andare a riprendere i nostri respiratori perché la volta, sia pure per pochi centimetri, non tocca il pelo d'acqua.
Riusciamo a passare e raggiungiamo un tratto di galleria asciutto; la galleria continua, ma decidiamo di sospendere l'esplorazione perché ai nostri piedi, nitide, evidenti, inconfondibili, appaiono nella sabbia delle orme di scarponi. Abbiamo raggiunto un tratto di galleria non solo già conosciuta, ma anche percorsa durante quella stessa campagna speleologica. Sappiamo infatti che alla Goule, durante l'inverno, anche nelle gallerie situate alle quote più alte, le tracce vengono cancellate dalle acque correnti.
Ritorniamo sui nostri passi, raggiungiamo i nostri collaboratori, e affrontiamo i cinque chilometri che ci separano dalla superficie. Alla base del pozzo troviamo Louis Houssais, detto Pétit Louis, istruttore dei giovani dello S.C.L. Si viene così accertato che in quello stesso giorno Louis aveva percorso quel tratto di galleria e che si era arrestato davanti a quello che credeva essere il S16, lasciando le impronte. Quindi il tratto di galleria a monte del S5' non è altro che il tratto terminale, lato valle, della galleria S.S.N. e che il S16 e il S15' sono i due estremi dello stesso sifone.
Vi è dunque un errore nella topografia poichè S16 e S5' vi figurano distanti 200 m. Viene anche a cadere l'ipotesi finora accettata che la S.S.N. e la S.C.U.C.L. si trovino a livelli diversi e resta dimostrato che la galleria che alimenta il S5 e la Galérie des Arcades non è altro che il corso inferiore della S.S.N. A questo punto viene spontaneo ritenere che siano allo stesso livello anche le acque del S1 e quelle del S18, nonchè le acque del S2 e quelle del S19.
11 agosto
Allo scopo di verificare quanto detto sopra, intraprendiamo una nuova discesa nella Goule, scendiamo nel pozzo dell'Hexagonaria, percorriamo la S.S.N. aval est, passiamo il S16/S5', passiamo il S19 per sbucare nella S.C.U.C.L. dal S2. Successivamente passiamo il S18 all'uscita del quale ci troviamo nel S1.
Conclusione
Termina a questo punto la campagna speleologica 1970, i cui risultati possono così riassumersi:
- La galleria a monte del S5' non è altro che il tratto valle della S.S.N. est.
- La presunta differenza di quota tra la galleria S.S.N. e la galleria S.C.U.C.L. è frutto di un errore di valutazione. È vero che il dislivello tra la Galérie des Pyjamas e la galleria S.S.N. è di 24 m (misurato al pozzo dell'Hexagonaria), è vero che detraendo il dislivello fra la Galérie del Pyjamas e la galleria S.C.U.C.L. , pari a 12 m, si ottiene una differenza di quota di 12 m tra la S.C.U.C.L. e la S.S.N., ma è anche vero che la S.C.U.CL. a valle del campo base perde rapidamente quota fino a trovarsi allo stesso livello della S.S.N.