Asphodeline lutea (L.)Rchb.
Nome comune: Bacchetta di re
Famiglia: Liliaceae
Sinonimi: Astula regia, Asfodelo giallo, Lancia dei re.
Adrano: Zubbi
Belpasso: Specie non rinvenuta nel territorio
Biancavilla: Zubbi
Bronte: Zubbi
Castiglione di Sicilia: Specie non rinvenuta nel territorio
Linguaglossa: Specie non rinvenuta nel territorio
Maletto: Zubbi, Battagghiori
Milo: Specie non rinvenuta nel territorio
Nicolosi: Scornabbeccu
Pedara: Scannabbecu
Ragalna: Zubbi
Randazzo: Zubbi
San Giovanni la Punta: Specie non rinvenuta nel territorio
Santa Venerina: Specie non rinvenuta nel territorio
Zafferana Etnea: Scornabbeccu
Etimologia: Il primo termine del binomio è diminutivo di Asphodelus che è il nome generico di un gruppo di specie affini alla nostra. Asphodelus (Asfodelo), a sua volta, è la latinizzazione del nome dato nell`antica Grecia alla mitica pianta che tappezzava i prati dei Campi Elisi. Tuttavia, secondo una ipotesi più recente, la pianta della mitologia greca non sarebbe l`Asfodelo, bensì l’Asphodeline lutea, essendo quest`ultima più comune in quell’area geografica. Il secondo termine del binomio deriva dal latino con riferimento ai fiori di colore giallo.
Descrizione: Pianta erbacea perenne caratterizzata da una densa rosetta di foglie basali, lineari, carenate, glabre, acute all’apice, con bordo liscio e base allargata in una guaina membranosa ialina. In primavera, dal centro della rosetta si origina uno scapo eretto, cilindrico, alto fino a 80 cm, provvisto di foglie simili a quelle basali, ma progressivamente ridotte. Tra aprile e maggio alla sommità dello scapo si sviluppa un vistoso racemo, denso, cilindrico, con fiori gialli che ricorda uno scettro, donde gli appellativi di Bacchetta del re, Astula regia e Lancia dei re.
Ambiente: Si riscontra, in genere, nei luoghi aridi, sui substrati lavici degradati e nei pascoli a quote comprese tra i 600 e i 1900 m.
Parte utilizzata: Si raccoglie lo scapo fiorale immaturo, quando è ancora avvolto dalle guaine membranose delle foglie. In questo stadio, di durata assai breve, lo scapo è chiamato in dialetto 'zzubbu', 'curina', 'battagghioru' o 'giummu'.
Uso: Gli 'zzubbi' si sbollentano, previa asportazione delle foglie e della tenera pellicola esterna, e poi si cucinano in frittata con le uova oppure alla brace, bagnati nel 'salamurigghiu' (condimento a base di olio, limone, sale, pepe e origano). Il loro uso come verdure è poco diffuso, anche a causa della ristretta localizzazione montana della pianta; sembra, inoltre, che la Bacchetta di re sia una verdura difficile da digerire. In passato se ne faceva un discreto impiego nella zona di Maletto e per questo motivo gli abitanti di tale località venivano chiamati 'zzubbari'.
Commercio: Nessun riscontro né notizie in merito.
Diffusione: Citazioni riguardanti l’uso alimentare della pianta (BIANCO e PIMPINI, 1990; BRANCA, 1991) sono scarse, sommarie e prive di indicazioni circa le località di utilizzo.
Notizie: E` interessante notare che in molte zone della Sicilia e in altre parti dell`Etna il nome 'Scornabeccu' è riservato al Terebinto (Pistacia terebinthus L.), portainnesto del Pistacchio (Pistacia vera L.) e alla pianta maschile di quest’ultimo; la pianta femminile, invece, è chiamata in dialetto 'Frastuca'. Nelle località dove il termine 'Scornabeccu' è destinato alla Bacchetta di re, il Terebinto è chiamato 'Frastucu' e il Pistacchio 'Frastuca'.
Ricette: Frittate Arrosti