Salvatore Arcidiacono e Pietro Pavone

Piante spontanee di interesse alimentare nella regione etnea

Barbatella

Tolpis quadriaristata Biv.

Nome comune: Barbatella

Famiglia: Compositae

Sinonimi: Cicoria inversa, Radicchio virgato.

Adrano: non rilevato

Belpasso: Scaluredda

Biancavilla: non rilevato

Bronte: Specie ritenuta non commestibile nel territorio

Castiglione di Sicilia: non rilevato

Linguaglossa: Erba janca

Maletto: Gallinella

Milo: non rilevato

Nicolosi: Lattuchedda

Pedara: non rilevato

Ragalna: non rilevato

Randazzo: Specie ritenuta non commestibile nel territorio

San Giovanni la Punta: non rilevato

Santa Venerina: non rilevato

Zafferana Etnea: Scaluredda


Etimologia: Il primo termine del binomio deriva dal greco 'tolypé' = pallottolina in riferimento alla forma dell'infiorescenza che si presenta rigonfia (FOURNIER, 1961). Il secondo termine, invece, si riferisce alle quattro setole del pappo.

Descrizione: Pianta erbacea perenne con radice robusta, caratterizzata, in primavera, da una rosetta di foglie basali, ovali - lanceolate, più o meno incise o lobate, pubescenti e di colore verde pallido tendente al bianco. In estate produce un lungo fusto eretto, ramificato in basso, pubescente, alla cui sommità si sviluppano diversi capolini di fiori lunghi fino a 15 mm, di colore giallo-cedrino quelli esterni e nerastri quelli più interni (POLUNIN e HUXLEY, 1968). I frutti sono acheni provvisti di un pappo con 4 setole. Questa entità viene spesso confusa con altre simili fra cui T. virgata Bertol. e T. umbellata Bertoloni. FIORI (1923-29) la ritiene una varietà di T. virgata; PIGNATTI (1982), ravvisando la necessità di una più attenta analisi del gruppo, la considera una sottospecie; a nostro avviso, invece, è da considerare una buona specie, così come proposto dal Bivona.

Ambiente: Questa specie è endemica della Sicilia, isole Eolie e Pantelleria, dove cresce negli incolti aridi; sull’Etna, in genere, si rinviene fra le rocce o sui muretti a secco dei coltivi.

Parte utilizzata: La rosetta di foglie basali, che va raccolta in inverno, assai prima della fioritura, con l’aiuto di un coltello.

Uso: I cespi di Barbatella si preparano lessati e conditi con olio; sono saporiti, carnosi e il loro gusto ricorda quello della Costolina. L'uso alimentare di questa pianta è stato riscontrato solo in due località del territorio etneo, Milo e Linguaglossa. Ciò appare alquanto strano, poiché la specie è presente su tutta l`area in esame e l`erbaggio è molto buono da mangiare.

Commercio: Nessun riscontro né notizie in merito.

Diffusione: La Barbatella non è citata nei manuali di fitoalimurgia, sebbene sia abbondantemente diffusa nell`Italia meridionale.

Notizie: - Pianta ornamentale La Barbatella è considerata anche una pianta ornamentale, adatta a formare bordure nelle aiuole delle ville (TRAVERSO, 1926; BRICKELL, 1990). -Sul nome Barbatella Questo nome volgare è riferito ad altre specie affini, che gli inesperti confondono tra loro, per la presenza nel capolino di brattee involucrali d’aspetto simile a filamenti barbosi. Poiché tale carattere è pure presente in T. quadriaristata si è ritenuto opportuno confermare anche per questa entità il nome volgare Barbatella.

Ricette: Lessi