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In età classica Pantalica-Hybla viene ridotta a borgata agricola, spopolandosi progressivamente.
Mutata la geografia antropica della regione ed allentatosi quel saldo, antichissimo nesso uomo-cava su cui si era imperniata la civiltà sicula, l'alta Valle dell'Anapo mantiene comunque un eminente interesse strategico: Siracusa, infatti, fonda le sue prime subcolonie, Acre (664-663 a.C.) e Casmene (644-643 a.C.), in corrispondenza dell'area occupata oggi da Palazzolo Acreide e Buscemi.
La presenza ellenica ha lasciato poche tracce nel sito del popoloso centro sicano-siculo: i resti di un tempietto dedicato a Demetra e Kore, identificato in prossimità dell'anaktoron, e di una muraglia in struttura isodoma, che doveva sbarrare l'angusta sella di Filiporto, unico punto di congiunzione del colle di Pantalica con l'altopiano circostante.
Occorre spostarsi più a valle, presso la confluenza dell'Anapo con il Calcinara, per rinvenire il segno più cospicuo del genio greco in quest'area: si tratta dell'acquedotto Galermi, mirabile opera d'ingegneria idraulica che conduceva le acque del fiume fino alla vasca di distribuzione di Siracusa, distante oltre 30 km. A valle della presa il canale venne realizzato entro una stretta galleria scavata nella roccia, comunicante con l'esterno attraverso aperture rettangolari, tuttora ben visibili a sinistra del fiume.
Danneggiato nel 413 a.C. dagli Ateniesi che assediavano Siracusa, l'acquedotto Galermi venne ripristinato fra il 1576 e il 1590 per volontà di Pietro Gaetani, signore di Sortino; è ancora oggi in funzione.
Il teatro dell'antica Acre foto di C. Milluzzo |
Resti di fortificazioni nella sella di Filiporto foto di C. Milluzzo |
L'acquedotto Galermi foto di F. Giaccotto |
Fuoriuscita d'acqua per ostruzione del canale |